Il mio papà lo ha visto tingersi di rosso fino all’estate del 1964, ma ti assicuro che anche se ora non ha più un colore rubino alla sua vista resterai a bocca aperta comunque! Arrivare qui in questo luogo silenzioso alzare lo sguardo e trovarsi davanti le Dolomiti di Brenta che si specchiano in queste acque cristalline per me è qualcosa di difficile da spiegare. Io porto sempre con me la mia fidata macchina fotografica e provo a imprimere nei miei scatti la meraviglia che provo quando lo ho davanti agli occhi.
Perché dovresti venirci anche tu? Perché qui ti sentirai davvero in mezzo alla natura, perché l’acqua è trasparente tanto che alcuni chiamano lo chiamano i caraibi del Trentino e perché soprattutto in autunno gli alberi tutt’intorno regalano un gioco di colori che non puoi perderti.
Fino a qualche tempo fa si credeva che all’origine dell’arrossamento delle acque del Lago di Tovel vi fosse la presenza di un’alga, il Glenodinium sanguineum.
Quest’alga, che contiene nel plasma sostanze oleose colorate da pigmenti carotenoidi, avrebbe fatto apparire nel periodo estivo, quando risaliva in superficie, le acque del lago di color rosso. Dal 1964 il fenomeno non si è più verificato, probabilmente a causa della minor presenza di vacche in alpeggio; infatti erano le deiezioni di queste ultime ad apportare sostanze nutrienti con le quali le alghe si nutrivano.
Recentemente l’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige ha tuttavia scoperto che l’arrossamento del Lago di Tovel non deve essere imputato al Glenodinium, ma ad altre tre specie di alghe: La Tovellia sanguinea (specie “rossa”, presente oggi in minima quantità, data la scarsità di nutrienti), la Baldinia anauniensis (specie “verde” presente oggi in massicce quantità, da cui deriva il tipico colore odierno del lago) e una terza alga la cui identità è attualmente in fase di ricerca.