LAGO DI TOVEL

Famiglia Battisti

01 Aprile 2020

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Conosci il Lago di Tovel? 

Son segur de sì, è famoso in tutta Europa perché diventava rosso: un fenomeno unico al mondo! Oggi invece i colori delle sue acque vanno dal blu a incredibili tonalità di verde ed è sicuramente uno dei luoghi che devi visitare se vieni in Val di Non!

Eccomi qui a parlarti del luogo forse più conosciuto della Val di Non: il Lago di Tovel. Su questo lago sono stati scritti libri, fatte ricerche ma quello che voglio dirti io è che questo luogo è magico! Io ci vado in tutte le stagioni e ogni volta quando lo vedo provo una sensazione diversa: mi ruba sempre il cuore!

Il lago rosso

Il mio papà lo ha visto tingersi di rosso fino all’estate del 1964, ma ti assicuro che anche se ora non ha più un colore rubino alla sua vista resterai a bocca aperta comunque! Arrivare qui in questo luogo silenzioso alzare lo sguardo e trovarsi davanti le Dolomiti di Brenta che si specchiano in queste acque cristalline per me è qualcosa di difficile da spiegare. Io porto sempre con me la mia fidata macchina fotografica e provo a imprimere nei miei scatti la meraviglia che provo quando lo ho davanti agli occhi.

Perché dovresti venirci anche tu? Perché qui ti sentirai davvero in mezzo alla natura, perché l’acqua è trasparente tanto che alcuni chiamano lo chiamano i caraibi del Trentino e perché soprattutto in autunno gli alberi tutt’intorno regalano un gioco di colori che non puoi perderti.

Fino a qualche tempo fa si credeva che all’origine dell’arrossamento delle acque del Lago di Tovel vi fosse la presenza di un’alga, il Glenodinium sanguineum.

Quest’alga, che contiene nel plasma sostanze oleose colorate da pigmenti carotenoidi, avrebbe fatto apparire nel periodo estivo, quando risaliva in superficie, le acque del lago di color rosso. Dal 1964 il fenomeno non si è più verificato, probabilmente a causa della minor presenza di vacche in alpeggio; infatti erano le deiezioni di queste ultime ad apportare sostanze nutrienti con le quali le alghe si nutrivano.

Recentemente l’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige ha tuttavia scoperto che l’arrossamento del Lago di Tovel non deve essere imputato al Glenodinium, ma ad altre tre specie di alghe: La Tovellia sanguinea (specie “rossa”, presente oggi in minima quantità, data la scarsità di nutrienti), la Baldinia anauniensis (specie “verde” presente oggi in massicce quantità, da cui deriva il tipico colore odierno del lago) e una terza alga la cui identità è attualmente in fase di ricerca.

La Leggenda

Fino agli anni ’60 la fama del lago di Tovel era legata, oltre alla sua splendida atmosfera romantica, al famoso fenomeno di arrossamento delle sue acque. Per un certo periodo, ogni anno, le rive del lago si tingevano di un rosso acceso. Lo spettacolo era davvero suggestivo e non c’è da meravigliarsi se, intorno alle origini del fenomeno, nacquero, nel corso dei secoli, molte storie e leggende. La più famosa di tutte è la leggenda della Regina Tresenga.

Regina Tresenga Tovel

La storia racconta di un tempo molto lontano quando Ragoli, oggi piccolo paese della Val Rendena, era una ricchissima cittadina, a capo di un grande regno. Venne un giorno in cui l’ultimo re di Ragoli morì senza lasciare eredi maschi, ma solo una bellissima figlia dal nome Tresenga. L’ansia dei i cittadini del regno fu allora molto grande perché tutti sapevano bene che se la principessa si fosse sposata tutto il loro regno sarebbe divenuto proprietà di un sovrano straniero e ciò avrebbe comportato la perdita di ogni ricchezza per la cittadina di Ragoli. Tresenga tuttavia era una giovane molto intelligente che amava talmente il suo popolo da fare solenne giuramento di rinuncia ad un qualsiasi legame matrimoniale pur di salvare il proprio regno. La bellezza e la ricchezza della giovane regina però erano ben conosciute da tutti i giovani cadetti dei territori confinanti che non intendevano perdere l’occasione di divenire sovrani di un regno così potente e, al tempo stesso, mariti della più bella principessa che si fosse mai vista. Il pretendente più cocciuto e superbo si dimostrò essere il giovane e arrogante re di Tuenno, Lavinio. Costui tentò ben due volte di conquistare il cuore di Tresenga, prima esibendo tutto il suo potere con doni magnifici, e poi cercando di intenerire la principessa con un semplice mazzo di fiori. In entrambi i casi la risposta di Tresenga fu uno sdegnato rifiuto. La doppia offesa subita all’orgoglio del giovane re tramutò ben presto il suo amore in rabbia, tanto che Lavinio radunò tutto il suo esercito deciso a marciare su Ragoli e a raderla al suolo.

Tresenga, informata dai suoi messaggeri della marcia punitiva di Lavinio, interrogò i suoi sudditi chiedendo loro se preferissero vederla andare in sposa al re di Tuenno o combattere una battaglia che avrebbe potuto costare loro la vita. Il popolo di Ragoli non ebbe il minimo dubbio e subito si schierò al fianco della giovane regina, deciso a rischiare il tutto per tutto per la propria libertà. I ragolesi marciarono fino alle sponde del lago di Tovel, e qui trovarono l’esercito di Lavinio accampato per la notte. Iniziò una sanguinosa battaglia che durò diversi giorni. L’esercito di Tuenno era troppo forte e preparato per soccombere di fronte al debole, seppur agguerrito popolo ragonese. Ben presto tutti i cittadini di Ragoli furono uccisi barbaramente e, per ultima, anche la bella Tresenga perì sotto le armi, dopo aver combattuto tenacemente accanto al suo popolo. Il suo sangue e quello di tutti i suoi sudditi si riversò nelle acque del lago di Tovel e le colorò di un macabro color vermiglio. Da quel triste giorno, una volta all’anno, in occasione dell’anniversario della truce battaglia, per incanto, le acque del lago cominciarono a ricolorarsi di rosso e c’è chi giura che, ancor oggi, nelle notti di luna piena, la triste figura della bella Tresenga, vaghi sospirando lungo le rive del lago.